Turismo, sempre più Monferrato nei progetti del Piemonte
La differenza tra Francia e Italia, però, è sotto gli occhi di tutti. Poi vennero le colline Unesco, ma con molti confini, tanto da includere effettivamente nel patrimonio dell’umanità ‘solo’ gli infernot casalesi. Ma dalla Val Bormida alla Val Cerrina i paesaggi vitivinicoli non fanno tanta differenza, e la voglia di acchiappare qualche turista in più – magari prendendolo per la gola – non si ferma certo alla nella valle oltre il confine imposto dall’Unesco.
Il progetto è molto in politichese: si parla dunque di “percorso partecipato”, “tavoli tecnici”, fino ai focus propedeutici organizzati appunto in Monferrato, ma anche nel Canavese e nell’area dell’Appennino piemontese. In soldoni vuol dire conoscere finalmente tutte le opportunità e incrociare le idee – e risorse – su cui puntare per rendere il Piemonte ancora più affascinante agi occhi, meglio se a mandorla, di un visitatore.“Questa iniziativa ci permetterà di sviluppare una visione di lungo periodo per il futuro del turismo in Piemonte, condizione preliminare e necessaria perché il settore possa crescere in modo organico e secondo linee guida definite, che costruiremo insieme a operatori ed enti pubblici e privati – ha commentato Antonella Parigi, assessore alla cultura e al turismo della Regione Piemonte – Lavoreremo per lo sviluppo di destinazioni emergenti e per rafforzare quelle già affermate, iniziando con una serie di focus in Monferrato, Canavese e nell’Appennino piemontese, cui seguiranno una serie di tavoli tematici territoriali”.